Well, my beloved readers...here I am, writing a wonderful post for my foreigners friends who complained about the fact that they can't read my blog because of the Italian language.
the subject is not so interesting, because you find me just in the middle of a crisis due to my thesis.
Ifeel old and I see me always here, at university wasting my time writing a thesis that perhaps no one, but my teacher, will read.
it is like participating to a race where there is no winning post...it means I'm running for nothing and I'm very tired...I hope I can get the best from myself and keep going on smiling.
I can smile even if I have no precise reason to do it, I can appear a little bit idiot, but it it would be great if it is useful to be happy or feeling better than now.
So, if you meet me in the streets and I keep smiling all the time, don't be annoyed or disappointed, because I'm not making fun of you.
I'm just laughing at the destiny, which is playing with me and which sent me, last april, this long long thesis... this must be a sign, a sign that I'm not so lucky with thesis...
so, between the first smile and the second one, I'm going to eat some chocolate. thanks God for chocolate against (Jesus) crisis...
I love you all, my friends
:) ( this can't miss in this post)
ps. cross your fingers for me hoping that this Jesus Crisis doesn't change in a nervous breakdown....
pam
lunedì 17 marzo 2008
domenica 9 marzo 2008
la lontananza
"la lontananza, sai, è come il vento...".
mai stata più d'accordo con questa frase, ma la domanda sorge spontanea: come è il vento?
il vento è
a) fastidioso
b) fa venire la cervicale
c) porta via le mutande sul filo non attaccate bene con le mollette e le fa cadere nel giardino del vicino che si indispettisce o, peggio ancora, sull'albero del vicino e le devi riprendere con una simpatica canna da pesca ( pésca e non pèsca, anche se l'albero potrebbe esser un pesco)
si, insomma dopo anni di peregrinazioni varie, mi ritrovo con tanta gente a cui voglio bene che sta lontana e mi dispiace.
ogni amico ha una precisa funzione nella mia vita, è un pò una parte di me e se questa parte sta troppo lontana o la si perde di vista può sentirsi trascurata e avere del male a ricomparire di nuovo.
vabbè, per farmi passare la nostalgia non mi resta che proporre un chocolate meeting a tutti, dove volete voi...io vi raggiungo.
à plus mes amis,
pam
mai stata più d'accordo con questa frase, ma la domanda sorge spontanea: come è il vento?
il vento è
a) fastidioso
b) fa venire la cervicale
c) porta via le mutande sul filo non attaccate bene con le mollette e le fa cadere nel giardino del vicino che si indispettisce o, peggio ancora, sull'albero del vicino e le devi riprendere con una simpatica canna da pesca ( pésca e non pèsca, anche se l'albero potrebbe esser un pesco)
si, insomma dopo anni di peregrinazioni varie, mi ritrovo con tanta gente a cui voglio bene che sta lontana e mi dispiace.
ogni amico ha una precisa funzione nella mia vita, è un pò una parte di me e se questa parte sta troppo lontana o la si perde di vista può sentirsi trascurata e avere del male a ricomparire di nuovo.
vabbè, per farmi passare la nostalgia non mi resta che proporre un chocolate meeting a tutti, dove volete voi...io vi raggiungo.
à plus mes amis,
pam
sabato 8 marzo 2008
la festa delle donne
chi mi conosce un pò si potrebbe aspettare dal titolo un post di quelli scontatissimi che svisceri in tutte le sue parti la questione "festa delle donne" e vi faccia passare la voglia di festeggiare, siate voi spensierate donzelle o aitanti giovini alla ricerca delle precedenti spensierate donzelle.
E invece no!!!!
questo post è ancora peggiore di quello che vi sareste attesi...non a caso sono passati mesi di lungo silenzio fra l'ultimo post e questo fantastico articoletto sull' otto marzo: l'ho fatto per voi, vi ho evitato lettere avvelenate, derivate dal mio umor nero per la tesona che mi sento addosso come un peso...
beh, comunque, il giorno della festa delle donne ( o degli uomini contenti di andare a beccare le donne a frotte che stasera escono) mi ha fatto scaturire una fantastica riflessione.
per quelli che non sanno quanto la mia vita sia provata da studi di filologia di vario tipo e soprattutto di linguistica, occorre fare una premessa: sono una che non usa le parole e soprattutto le espressioni a caso, ma mi chiedo sempre il perchè le idee vengano espresse in un certo modo anzichè in un altro e mi piace giocare con le parole. Una pesantona, insomma, ma sui generis...
è da un pò di tempo che me lo chiedo e l'altra sera ho avuto la riprova del fatto che gli insulti, per lo meno quelli presenti nella nostra lingua, non rispettano la parità.
Se una donna ti manda proprio fuori dai gangheri e sei uomo hai la parolina pronta per definirla, cioè la rendi iscritta all'albo di quelle che fanno il mestiere più vecchio del mondo, ma se un uomo ti manda fuori di testa che gli puoi dire????
non esiste un equivalente del corrispettivo femminile. se lo chiami "gigolò" non puoi che fargli un complimento, anzi, se è scemo si crede anche figo. se dici sei uno "stronzo", ti può sempre rispondere che gli stronzi hanno il loro fascino e con questa parola hai solo evidenziato il fatto che ci sei rimasta male tu e che lui è quello che si è comportato male, ma che è più forte...
non ti resta a questo punto che offendergli la madre e finisci con il dirgli "sei un figlio di....." e poi ci pensi e ci rimani male perchè hai offeso una poverina del tuo stesso sesso, che magari neanche lo voleva mettere al mondo un figlio così...
si lo so che state pensando che magari non è il caso di arrivare agli insulti, ma a volte nella vi capita e non è bello trovarsi senza parole al punto da dover tirare in ballo la mammina che non c'entra nulla...
c'è chi dice che comunque la mamma ha avuto un ruolo attivo nell'educazione, quindi si merita l'epiteto poco felice di cui si parlava sopra...
un'idea mi balza in mente: un figlio è educato sia da un padre che da una madre, che ne direste di dirgli " quella puttana di tuo padre????". suona male, ma magari, come tutte le espressioni, potrebbe entrare nell'uso comune se tutti cominciassero ad utilizzarla.
in fondo, non ci sono regole nella lingua, le regole si stabiliscono a posteriori e non vi dico quanto sarei contenta di sentire una tale espressione per strada perchè significherebbe che anche la lingua sta prendendo atto che è ora di estirpare un pregiudizio che dura da tempo e che l'attitudine nei confronti delle donne è veramente cambiata.
beh, utopia ragazzi, utopia!!!!!!!!mangiamoci su della cioccolata...
E invece no!!!!
questo post è ancora peggiore di quello che vi sareste attesi...non a caso sono passati mesi di lungo silenzio fra l'ultimo post e questo fantastico articoletto sull' otto marzo: l'ho fatto per voi, vi ho evitato lettere avvelenate, derivate dal mio umor nero per la tesona che mi sento addosso come un peso...
beh, comunque, il giorno della festa delle donne ( o degli uomini contenti di andare a beccare le donne a frotte che stasera escono) mi ha fatto scaturire una fantastica riflessione.
per quelli che non sanno quanto la mia vita sia provata da studi di filologia di vario tipo e soprattutto di linguistica, occorre fare una premessa: sono una che non usa le parole e soprattutto le espressioni a caso, ma mi chiedo sempre il perchè le idee vengano espresse in un certo modo anzichè in un altro e mi piace giocare con le parole. Una pesantona, insomma, ma sui generis...
è da un pò di tempo che me lo chiedo e l'altra sera ho avuto la riprova del fatto che gli insulti, per lo meno quelli presenti nella nostra lingua, non rispettano la parità.
Se una donna ti manda proprio fuori dai gangheri e sei uomo hai la parolina pronta per definirla, cioè la rendi iscritta all'albo di quelle che fanno il mestiere più vecchio del mondo, ma se un uomo ti manda fuori di testa che gli puoi dire????
non esiste un equivalente del corrispettivo femminile. se lo chiami "gigolò" non puoi che fargli un complimento, anzi, se è scemo si crede anche figo. se dici sei uno "stronzo", ti può sempre rispondere che gli stronzi hanno il loro fascino e con questa parola hai solo evidenziato il fatto che ci sei rimasta male tu e che lui è quello che si è comportato male, ma che è più forte...
non ti resta a questo punto che offendergli la madre e finisci con il dirgli "sei un figlio di....." e poi ci pensi e ci rimani male perchè hai offeso una poverina del tuo stesso sesso, che magari neanche lo voleva mettere al mondo un figlio così...
si lo so che state pensando che magari non è il caso di arrivare agli insulti, ma a volte nella vi capita e non è bello trovarsi senza parole al punto da dover tirare in ballo la mammina che non c'entra nulla...
c'è chi dice che comunque la mamma ha avuto un ruolo attivo nell'educazione, quindi si merita l'epiteto poco felice di cui si parlava sopra...
un'idea mi balza in mente: un figlio è educato sia da un padre che da una madre, che ne direste di dirgli " quella puttana di tuo padre????". suona male, ma magari, come tutte le espressioni, potrebbe entrare nell'uso comune se tutti cominciassero ad utilizzarla.
in fondo, non ci sono regole nella lingua, le regole si stabiliscono a posteriori e non vi dico quanto sarei contenta di sentire una tale espressione per strada perchè significherebbe che anche la lingua sta prendendo atto che è ora di estirpare un pregiudizio che dura da tempo e che l'attitudine nei confronti delle donne è veramente cambiata.
beh, utopia ragazzi, utopia!!!!!!!!mangiamoci su della cioccolata...
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