sabato 8 marzo 2008

la festa delle donne

chi mi conosce un pò si potrebbe aspettare dal titolo un post di quelli scontatissimi che svisceri in tutte le sue parti la questione "festa delle donne" e vi faccia passare la voglia di festeggiare, siate voi spensierate donzelle o aitanti giovini alla ricerca delle precedenti spensierate donzelle.
E invece no!!!!
questo post è ancora peggiore di quello che vi sareste attesi...non a caso sono passati mesi di lungo silenzio fra l'ultimo post e questo fantastico articoletto sull' otto marzo: l'ho fatto per voi, vi ho evitato lettere avvelenate, derivate dal mio umor nero per la tesona che mi sento addosso come un peso...
beh, comunque, il giorno della festa delle donne ( o degli uomini contenti di andare a beccare le donne a frotte che stasera escono) mi ha fatto scaturire una fantastica riflessione.
per quelli che non sanno quanto la mia vita sia provata da studi di filologia di vario tipo e soprattutto di linguistica, occorre fare una premessa: sono una che non usa le parole e soprattutto le espressioni a caso, ma mi chiedo sempre il perchè le idee vengano espresse in un certo modo anzichè in un altro e mi piace giocare con le parole. Una pesantona, insomma, ma sui generis...
è da un pò di tempo che me lo chiedo e l'altra sera ho avuto la riprova del fatto che gli insulti, per lo meno quelli presenti nella nostra lingua, non rispettano la parità.
Se una donna ti manda proprio fuori dai gangheri e sei uomo hai la parolina pronta per definirla, cioè la rendi iscritta all'albo di quelle che fanno il mestiere più vecchio del mondo, ma se un uomo ti manda fuori di testa che gli puoi dire????
non esiste un equivalente del corrispettivo femminile. se lo chiami "gigolò" non puoi che fargli un complimento, anzi, se è scemo si crede anche figo. se dici sei uno "stronzo", ti può sempre rispondere che gli stronzi hanno il loro fascino e con questa parola hai solo evidenziato il fatto che ci sei rimasta male tu e che lui è quello che si è comportato male, ma che è più forte...
non ti resta a questo punto che offendergli la madre e finisci con il dirgli "sei un figlio di....." e poi ci pensi e ci rimani male perchè hai offeso una poverina del tuo stesso sesso, che magari neanche lo voleva mettere al mondo un figlio così...
si lo so che state pensando che magari non è il caso di arrivare agli insulti, ma a volte nella vi capita e non è bello trovarsi senza parole al punto da dover tirare in ballo la mammina che non c'entra nulla...
c'è chi dice che comunque la mamma ha avuto un ruolo attivo nell'educazione, quindi si merita l'epiteto poco felice di cui si parlava sopra...
un'idea mi balza in mente: un figlio è educato sia da un padre che da una madre, che ne direste di dirgli " quella puttana di tuo padre????". suona male, ma magari, come tutte le espressioni, potrebbe entrare nell'uso comune se tutti cominciassero ad utilizzarla.
in fondo, non ci sono regole nella lingua, le regole si stabiliscono a posteriori e non vi dico quanto sarei contenta di sentire una tale espressione per strada perchè significherebbe che anche la lingua sta prendendo atto che è ora di estirpare un pregiudizio che dura da tempo e che l'attitudine nei confronti delle donne è veramente cambiata.
beh, utopia ragazzi, utopia!!!!!!!!mangiamoci su della cioccolata...