venerdì 12 ottobre 2007

la differenza fra il filosofo e l'economista...

Ancora una volta mi ritrovo a tradire una promessa e a dover momentaneamente interrompere il progetto annunciato nel post precedente, cioè quello di scrivere articoli successivi sulla mia teoria a proposito di donne.
E' da quando sono tornata ieri sera dalla riunione di condominio, che non posso smettere di pensare a questo articoletto che sto per scrivere, quindi stamattina bella pimpante, alle otto e mezzo, mi sono messa davanti al computer.
La riunione di condominio è stata proprio provvidenziale per avviare le mie riflessioni - paranoie sull'assurdità e la paradossalità di alcune situazioni.
Da un pò di tempo a questa parte, sempre di più, mi sento un'aliena: mi trovo in situazioni paradossali, che non avrei mai immaginato e per di più mi sorprendo a sorriderci su e a constatare, con un pizzico di amarezza, la mia cretinaggine.
Bisogna fare una premessa: mercoledì scorso nel nostro appartamento è stata organizzata una festa di saluto per le mie due coinquiline che partivano per l'Erasmus. Invitati di partenza numero cinquanta.
La festa tra alcool e derivati si è protratta fino alle quattro e mezzo di mattina, inframezzata da visite dei vicini incazzati neri e che cercavano increduli di frenare pacificamente e e inutilmente la turba degli scatenati festaioli.
Fin qui, direte voi, anziani o ragazzi che siate, la situazione nella sua anormlità, non presenta grandi anomalie: vicini incazzati per bolgia nell'appartamento accanto che, per una sera, si era trasformato in un Inferno Dantesco.
Il disastro non si ferma però qui perchè "c'era del marcio nel palazzo di Via Frà Bevignate"...
La mattina dopo, alle otto, il nostro simpatico campanello suonò e non si trattava del postino, che" suona sempre due volte", ma del serissimo signore che vive a piano terra.
Io, appena alzata dal divano, dove avevo ben pensato di dormire non so per quale oscuro motivo, vestita di tutto punto, come la sera prima, con le lenti che rendevano i miei poveri e provati occhi rossi "di bragia" come quelli di Caronte, andai ad aprire la porta per mostrare al vicino che non si trattava di un posto qualsiasi, ma dell'Inferno Dantesco vero e proprio.
Ricordo ancora la faccia del vicino, serissima e soprattutto ho impressi nella memoria i due interminabili secondi in cui è regnato uno dei silenzi più imbarazzanti della mia vita. Timidamente faccio per parlare, mentre stavo lavorando sul rimpicciolimento istantaneo, alla Ally Mc beal, quando il vicino, alle mie scuse, replica: "Niente scuse, venite a pulire ora!!".
"Pulire?!?"mi chiedevo io, con la faccia sognatrice di una svegliata un istante prima dal campanello. Volevo replicare: "Ehi, signore, qui abbiamo solo una coinquilina che può esser scambiata per una polacca perchè bionda, ma questo è l'Inferno dantesco e io sono Caronte in persona, perchè mi chiede di pulire? Io traghetto solo..."
Mentre questi pensieri mi sfrecciavano per la testa alla velocità della luce, il tipo mi spiega che qualcuno aveva vomitato dal terrazzo e che non solo dovevamo pulire il piano terra, ma tutti i piani al di sotto del nostro, ben tre.
Volevo prendere il mio vascello da traghettatore e scomparire nell'etere... Sveglio la mia coinquilina e, con la nostra coda di diavoli fra le gambe, andiamo di sotto a fare il servizio igiene.
Mentre pulivo pensavo che l'unica igiene che si potesse fare era quella mentale del diavolo con la maglia rossa che, in via del tutto scenica e originale, forse sentendosi il protagonista di Train Spotting, aveva avuto quest'idea geniale.
Da gagliardi diavoli della sera prima eravamo passate ad essere ora i poveri diavoli della mattina dopo. Per chi non l'avesse compreso, quest'ultimo è un modo carino di dire: "La sera da leoni e la mattina da coglioni" o "la sera come orsi, la mattina come arsi".
Ebbene si, arsi e bruciati dalle stesse fiamme dell'Inferno, in cui la sera prima ci muovevamo goliardici.
Per il principio per cui le disgrazie non arrivano mai da sole, affisso alla bacheca degli orrori, ci aspettava, davanti al portone, un cartello con scritto: " Riunione di condominio urgente, giovedi 11 ottobre".
Nella mia testa, qualcosa mi diceva che questo undici proprio portava male, dopo le Torri Gemelle dell'undici settembre 2001, esattamente 6 anni e un mese dopo, sarebbe crollato il palazzo di Via Frà Bevignate.
Giorni di terrore sono seguiti all'affissione di quel cartello alla bacheca: era lì, ogni volta che si passava per le scale e si apriva il portone, lì con quella scritta viola minacciosa che ti annunciava che un tipo d'Inferno diverso si stava concretizzando, se ti giravi ti fissava, ti sentivi seguita, perseguitata dalla scritta viola a lutto.
In più, esco il sabato pomeriggio e alla fermata dell'autobus incontro l'amministratrice, faccio per salutarla e, seduta vicino a me, neanche mi guarda in faccia. Scoppia il caso del palazzo.
Infine, ieri sera, arriva la tanto inattesa riunione e, al grido di "riunione o morte" o di "riunione per la libertà", ci accingiamo a suonare il campanello della casa dell'amministratrice.
Arriviamo e tutti erano stranamente gentili, perchè in realtà della festa se ne fregavano caldamente tutti.si è discusso tutta la sera di spese per lavori da fare nel palazzo ed è stata la prima volta che mi sono veramnte sorpresa di che rispetto e di che gentilezza verso di noi venissero usati da parte di persone grandi e comprensibilmente scocciate per un comportamento poco ortodosso.
La sorpresa più grande è stata che io alla riunione mi sono proprio divertita. è curioso, ma siccome non mi interessavano le spese e l'argomento di cui si discuteva, scioccata dal fatto che neanche si nominasse la festa, ho passato il tempo a pensare all'assurdità di alcune situazioni in cui uno sitrova senza volerlo.
Nessuno ha recriminato quel rispetto che non avevamo dimostrato e non solo ci hanno offerto anche da bere, alla faccia della sbornia di alcune sere prima.
Pensavo alle battaglie che nella mia testa occorreva fare in nostra difesa, a quel vessillo che avevo pensato di dover impugnare contro tutti e mi sentivo una cretina, un'emerita deficiente.
Non solo, osservando l'amministratrice, mi sono accorta che portava gli occhiali e ho ripensato al fatto che il giorno che l'ho incontrata alla fermata dell'autobus non li indossava.
Magari, non mi aveva semplicemente visto e io, che mi sentivo nel torto, avevo costruito fantastici castelli in aria.
Mentre ero lì, seduta, con la coda che si arrotolava sotto la sedia e le corna coperte dai capelli, guardavo la gente e ascoltavo,divertita, i racconti . Si parlava di vicini che volevano far tagliare alberi che non si trovavano esattamente a tre metri dalla strada, di persone che davano il loro assenso ai lavori di condominio e poi non pagavano, degli spazzini, che vogliendo tagliar corto col loro lavoro, dimenticavano la stradellina davanti casa nostra e della povera signora di fronte, unica superstite in un palazzo completamente abitato da studenti.
Osservando le persone, mi sono resa conto di quanto fosse diverso l'approccio ai problemi di un filosofo e di un economista. La mia vicina pragmatica parlava di preventivi, soldi e spese, mentre la mi vicina filosofa di questioni di principio, di rispetto e partecipazione democratica.
C'era anche il signore serio serio, che era venuto a bussare qualche giorno prima e dall'attitudine sembrava uno psicologo, uno di quelli che ti ripetono le cose con una calma serafica settecento settanta volte per convincerti che la cosa più giusta da fare è quella che vogliono loro, una sorta di plagiatore in positivo.
Insomma in tutto questo, io penso che sarei stata per la questione di principio, ma capisco che a volte un pò di sana concretezza rende la vita più spensierata.
Per quanto riguarda i castelli in aria, io sono un asso nel farli, la prossima volta magari vedo di affrontare la situazione prima di mettermi sulla difensiva inutilmente. Gli equivoci sono il sale della vita e ora il povero Caronte va a mangiare qualcosa di dolce, del cioccolato per evitare che la situazione prenda una brutta piega.
la frase del giorno: la testa occorre fasciarla dopo averla sbattuta contro il castello in aria costruito ad hoc.
Buon divertimento