Se sentite o leggete l'espressione "voltare pagina" , cosa vi viene in mente?
fino a una settimana fa, io associavo all'espressione un grosso libro e una mano che girava le pagine una dopo l'altra, dall'inizio alla fine.
Ora però quel grosso libro e quella mano mi mancano tanto perchè l'idea che ho nella testa è un'altra e più che di un'idea si tratta di una sensazione. Non avrei mai pensato che un libro potesse contenere pagine di spessore e pesantezza diversa e invece mi sono accorta che il peso delle pagine a volte è proporzionale all' interesse per quello che vi è stampato. Girare alcune pagine costa una fatica maggiore di altre.
Vi sono quelle che scrivi da solo e quelle che scrivi in compagnia, quelle che scrivono altri e che tu ti limiti a leggere e quelle che solo tu scrivi e che nessuno leggerà mai, pagine riempite da racconti noiosi, tristi, divertenti, che lasciano il tempo che trovano o che ti fanno riflettere e agire di conseguenza.
Quando giri pagina, sei triste per quello che lasci, sei consapevole che tanto altro ti aspetterà, ma vorresti portarti dietro tante di quelle frasi che componevano i paragrafi letti precedentemente. e invece non puoi, devi guardare avanti, inutile soffermarsi su una serie di parole che ormai conosci a memoria e che non hai neanche più bisogno di leggere perchè ce le hai tutte impresse nella mente.
A volte non si è pronti a passare alla pagina successiva per paura, per pigrizia o forse perchè non se ne sente un bisogno impellente, ma se il libro lo si legge in due contemporaneamente ci si deve affrettare se l'altro ha una velocità di lettura maggiore della tua.
è così che va la vita o meglio "Così è se vi pare".