domenica 13 gennaio 2008

UMO: Unidentified Mobile Object

Dopo un bel pò di tempo, sono riapparsa nella community dei blogger per dilettare i miei lettori e me stessa con post di vario genere.
Con l'arrivo del 2008 ho avuto un calo improvviso della creatività, ho rimuginato per vari giorni sul fatto di scrivere un post che facesse il bilancio del vecchio anno, ma poi ho deciso che i bilanci mi piacciono ancora meno delle loro compagne femminili...
L'altro giorno nell'autobus, mentre parlavo con la mia amica, una fantastica idea mi è balenata in mente e tac ho deciso di scrivere di cellulari.
è ormai risaputo che il cellulare non sia uno dei miei oggetti preferiti, anzi più vado avanti e più l'avversione per il piccolo schermo che si illumina e suona a SUO piacimento cresce in me in maniera smisurata.
sono un vero asso nello scordarmelo ovunque o nel lasciarlo nei luoghi più remoti della casa, da sotto al letto al davanzale del bagno, dal forno alla lavatrice. Ho un atteggiamento quasi punitivo nei suoi confronti, non solo non lo considero, ma gli movimento l'esistenza in modi che neppure immaginerebbe...
non saprei definire il momento preciso in cui ho sviluppato l'allergia al piccolo strumento con i tasti, ma so per certo che un gran feeling io e lui non l'abbiamo mai avuto.
a parte che mi sono accorta che se cominci ad averlo sempre con te non puoi più farne a meno (con questa frase mi rendo conto di dare il via libera agli psicologi che possono inventare la sindrome della dipendenza da cellulare). mi fanno sorridere, poi, quelli che dicono che senza cellulare si sentono nudi...ma vi pare possibile, è diventato quasi un capo d'abbigliamento indispensabile. fra un pò di anni le mamme diranno ai loro piccoli di mettersi il cellulare invece dei calzini o, peggio ancora, delle mutande!!!
a proposito di piccoli c'è da notare che anche loro sono vittime degli aggeggi che suonano, squillano, ballano e cantano peggio di una soubrette. Vedi i bimbetti uscire da scuola e scambiarsi cellulari e suonerie a posto delle care vecchie figurine Panini, che costavano solo cinquecento lire a pacchetto e che tutti si potevano permettere.
il telefonino è diventato ormai un oggetto che distingue gli sfigati dai fighetti: se hai un certo tipo di cellulare che ti cucina, ti parla e ti insegna anche le lingue straniere sei "in", altrimenti sei "out". adesso hanno anche costruito dei cellulari in titanio che puoi direttamente comprare in gioielleria e venderti la casa per acquistarli, così poi ti ripari con il cellulare quando fa freddo e fuori piove.
mi sono accorta, inoltre, di quanto sia bello riappropriarsi del proprio tempo. se hai un cellulare con te acceso tutti ti possono chiamare sempre, quindi se stai passeggiando per strada e vuoi goderti la tua città e non pensare a niente e l'aggeggio infernale suona, non puoi far altro che rispondere, per evitare che la fantastica suoneria polifonica ti faccia venire i nervi...
in più spegnere il cellulare in faccia a qualcuno non è carino e non risolverebbe il problema perchè ormai il tuo flusso di pensieri inutili e straordinariamente belli è stato interrotto.
se sei con degli amici a prendere un caffè e il cellulare squilla, pronto sull'attenti rispondi e sei costretto ad abbandonare una comunicazione faccia a faccia per una virtuale...
è bello sentire gli amici per telefono, ma quando sei a casa in relax e così sai che il tempo diventa più tuo e migliora di qualità.
per non parlare di quelli che farfugliano cose da soli e sembrano scemi. se li osservarvi bene poi ti accorgi che hanno il fantastico super mega strabiliante auricolare. vestiti di tutto punto, persone apparentemente serie, ma che muovono le labbra ed emettono suoni apparentemente a vuoto...
io un cellulare lo comprerei se fosse di cioccolata così quando non hai più voglia di usarlo te lo mangi...
a quelli che mi rispondono che esistono lati positivi nell'uso dei cellulari, polemicamente replico che per me i lati negativi pesano di più. Buone passeggiate a tutti per la vosta città...