Mi chiamano al telefono due giorni fa chiedendomi se fossi disponibile per un colloquio col direttore di Cepu della sede della mia città.
Mi dico: "Perchè no? Vediamo che mi propone". Ieri pomeriggio, mi dirigo alle cinque, come prefissato, alla sede Cepu. Entro e avevo l'impressione di trovarmi già in un altro mondo: edificio medievale, con interni affrescati e gente assolutamente figa che vagava per i corridoi. Mi chiedevo già se avessi fatto la cosa giusta ad andare. Arriva, poi, il mitico direttore: bellissimo, accento impeccabilmente del nord, occhi azzurri, capelli ingellatti, vestito alla moda. mi accoglie, con fare da cavaliere ( che ha un cavallo morto nella stalla accanto, ben coperto dalla biada), nel suo ufficio.
Entro, mi siedo e il colloquio comincia. Classiche domande, della serie "si presenti, mi parli del suo percorso di studi e bla bla bla...". Mentre parlavo, il belloccio prendeva appunti.
A un certo punto, mi guarda e sorridendo, quasi si trovasse in una pubblicità della Mentadent, mi chiede: "Ha esperienze all'estero?"
E io: "Si, sono stata a Bordeaux". Getto un'occhiata sul suo foglio e vedo che lo spelling di Bordeaux era alla maniera di Cepu, non quello convenzionale del francese standard. La cosa un pò mi sdubbiava, ma può capitare perchè si tratta di una lingua straniera che, magari, lui non conosceva.
La domanda seguente alla mia affermazione è stata: "Com'è il Belgio?"
L'ho guardato, ho sbarrato gli occhi e ho pensato: "Mmm, Belgio???? Nooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!! E ora come faccio a trattenere le risate? e soprattutto, come faccio a non trattarlo da idiota?"
Guardo un attimo per terra, poi fuori dalla finestra, prima di puntargli ancora gli occhi che sorridevano in viso, cerco di fare mente locale per cambiare discorso, ma non trovo soluzione... A meno che non chiedevo di andare in bagno, come si faceva alle elementari quando ci si trovava in difficoltà, non c'era chance per me: dovevo rispondere.
Con tutta la naturalezza del mondo, guardo il tipo e dico: "Il Belgio non lo so, ma la Francia non è male...Bordeaux sta vicino la Spagna" e accompagno l'ultima parte della frase con dei gesti scattosi della mia mano verso sinistra, quasi a spostare quel Bordeaux messo troppo a Est nella mente del figo-ma- scemo.
Il povero malcapitato arrossisce e io ridevo e ridevo e ridevo interiormente. Il resto del colloquio è stata una battaglia continua contro il mio impulso alla risata, fino a quando l'uomo più bello del mondo mi dice: "Comunque abbiamo delle sedi all'estero, se lei è interessata. Atene, Pechino..."
E' stata veramente la fine: ho pensato alla localizzazione nella sua testa delle città che immaginava e mi vedevo a firmare un contratto magari per Parigi per ritrovarmi catapultata a Capo Nord perchè Parigi nella sua testa non distava molto da Oslo...
A quel punto ho sorriso, lui avrà pensato che ero soddisfatta della proposta, ma io non ne potevo proprio più: rimanere seria sarebbe stato per me facile quanto evitare di mangiare la cioccolata per un mese...
beh, morale della favola: se lavori con Cepu non solo devi vestrirti all'ultimo grido, ma devi anche avere delle conoscenze geografiche da urlo! Tutto è bene quel che finisce bene.
Buon cepu a tutti!!!!!!!!