Ciao a tutti,
è un pò di tempo che non scrivo sul mio adorato bloggetto, ma ora, fortemente motivata dagli ultimi eventi, non posso lasciarmi sfuggire l'occasione.
La fonte della mia ispirazione è stata, stavolta, una scrittrice Premio Nobel nel 1991, la Gordimer, che tratterò nella mia tesona.
Ebbene si, l'ho vista, ragazzi miei, in carne ed ossa, davanti a me e le ho anche stretto la mano. Una donna minuta e con uno sguardo di quelli che ti si incidono nella memoria con dei caratteri indelebili: due occhi dolci e vispi allo stesso tempo, profondi e austeri, di quelli che comunicano senza parole. E un sorriso, fantastico, che nasconde dentro di sè un mondo magico: il meraviglioso universo di chi ha creduto per tutta la vita in un ideale, che ha visto realizzarsi, dopo aver speso le migliori energie per concretizzarlo.
Sono queste le persone che ti fanno riflettere, che a volte ti costringono felicemente a guardare più in là del tuo naso, al di là del mondo stretto che ti circonda e del quale a volte ti senti prigioniero, vittima o carnefice di te stesso. La guardavo e vedevo in quella vecchiettina minuta una tigre, una trascinatrice di folle, nei suoi occhi una soddisfazione immensa, una forza che ancora si illumina quando parla dei suoi ideali e del lato positivo degli uomini, in cui crede immensamente. Con la parola "Uomini" intende quelli con la "U" maiuscola: uomini e donne, gay e lesbiche, poveri e ricchi, giovani e vecchi, neri e bianchi, analfabeti e letterati. E' fantastico trovare un rispetto così grande per il genere umano, che ci fa pensare che un mondo migliore è possibile e che credere in un ideale è in parte realizzarlo. Oltre alla fantastica e strabiliante autrice sudafricana, ho avuto il piacere di conoscere anche con Pordenone e con i friulani. quando hanno saputo che ero arrivata la mattina da Perugia per assistere all'apertura del festival, tre simpatiche signore mi hanno adottato, quasi fossi stata la loro figlioletta e mi hanno portato sul palco, con l'organizzatore, il sindaco e la Gordimer per cercare di strappare l'intervista alla scrittrice.
un grazie particolare lo devo a Lorenza e alla sua amica che, dopo avermi incontrato davanti al teatro, hanno fatto di tutto per introdurmi nell'ambiente di Pordenone e per avvicinarmi il più possibile alla scrittrice. Con me avevano in comune una grossa passione per la letteratura. Sono sempre più convinta che studiare materie umanistiche significa prima di tutto aver la capacità di entrare in contatto con le persone, capirle e aiutarle, se possibile.
Grazie Pordenone per la bella duplice lezione di vita.
ps. Ovviamente, da grande esperta del settore, non mi sono certo privata della fantastica cioccolata di Pordenone... yummy!!!