Vi è mai successo di avere un insopportabile prurito ai piedi che, per farlo passare, avete la sola alternativa di correre lontano lontano e più veloce possibile?
A me no, ma la voglia di correre ultimamente me la provocano le situazioni, ultima tra queste è quella di abitare in un palazzo con vicino la cuccia di un incrocio fra un elefante rinsecchito e una gatta morta...Mi dico che un pò le gatte morte al mondo ci sono sempre state, ma perchè ne doveva capitare una sul mio cammino?
Beh, sabato scorso con la gatta morta sotto casa (che questo fine settimana aveva anche cambiato momentaneamente posto in cui eserciare la sua arte sorniona e aggressiva allo stesso tempo) e la pioggia battente alle finestre, stavo mediatando il semisuicidio ingozzandomi di cioccolata e invece... driiiiiiiiiiiiiin!!! Squilla il telefono e le mie amiche pazze decidono che è meglio andarsene dalla buia e triste Perugia e mi dicono che mi passano a prendere la mattina dopo con la prospettiva di due giorni piovosi al mare. Nessuna possibilità di dire no.
Partiamo, abbandonando i nostri impegni e io la mia tesona, armate di stradario e pronte ad affrontare l'ignoto. Week-end bellissimo, col sole che faceva ogni tanto capolino fra le nuvole e un mare fantastico. La casa era arroccata in un fantastico paesino medievale con un panorama stupendo e un silenzio profondissimo che stimolava calma e riflessione.
L'elefante-gatta era lontano e c'era sempre lontanissimo nei miei pensieri anche quello che ultimamente aveva avuto il peso di un elefante: ho passato il fine settimana a divertirmi come si divertono i bambini, a fare il bagno, a raccogliere fichi d'india in un campo sperduto della Maremma e a passeggiare ascoltando il rumore del mare.
Non mi sarei sentita così bene neppure in capo al mondo in questo periodo in cui non faccio altro che correre, ma non so più dove. Capalbio, questo il nome della località, è stata un arcobaleno che ha colorato il mio mondo.
Ovviamente un grazie particolare va alle mie degne compagne matte di viaggio che sopportano i miei scleri e cercano di alleviarli. Mi costa una certa fatica ammetterlo, ma l'incoscienza e la dote di pazzia che ci accomuna a volte funziona più della cioccolata.