Caro Babbo Natale,
anche quest'anno, alla tenera età di venticinque anni, mi ritrovi ancora qui a scrivere, imperterrita, la mia lettera.Era da un bel pò di tempo che non ti scrivevo più perchè ti mettono in testa che da una certa età in poi sei ridicolo a credere al vecchio barbuto, che vola nel cielo con la slitta e le renne e si cala dal camino per posarti i doni sotto l'albero.
Mi ricordo ancora la romana stronza che in due parole, mentre parlavo di te a tutti il giorno della vigilia del lontano 1987, mi disse che non esistevi. Mi ricordo anche quanto fossi delusa. Papà mi corse dietro per cercare di spiegare delle cose troppo reali e terra terra alla sua bambina sulle stelle, che alcuni anni dopo si sarebbe trasformata nella quasi adulta con la testa completamente fra le nuvole...
Quando cresci trovi quelli che ti dicono che non devi credere a Babbo Natale perchè sei ridicolo e l'unico errore è che ti fidi di loro e ti comporti come se detenessero la verità.
Un giorno, magari a venticinque anni, ti svegli e ti accorgi di quante cose più ridicole esistono al mondo e ti dici che in fondo credere alla tua esistenza sarà pure ridicolo, ma non fa male proprio a nessuno.
Trovi quelli che erano fieri di sapere prima di te che Babbo Natale non esisteva e che si consideravano più "svegli", che ora hanno smesso a loro modo di sognare o che hanno cominciato a credere a cose più concrete delle tue idee, campate per aria, ma anche molto meno nobili.
ti dici allora che è il caso di ricominciare a scrivere la tua letterina a Natale, per rivendicare il tuo diritto a vedere un mondo positivo, più rosa e magari anche un pò più come piace a te, dove ci sono persone che ricevono lettere e portano doni a tutti in cambio di un bel niente.
tu non ricevi in cambio dal tuo lavoro nè autostima, nè soldi, nè sicurezza in te stesso, ma ti impegni esclusivamente per gli altri, per una felicità che non è la tua, per far sorridere qualcuno che non se lo aspettava.
A volte penso che smettere di credere in te sia il primo passo, forse obbligato, per avere un contatto con quella relatà che i più chiamano vita reale, forse perchè è la sola che conoscono.
bè, per quest'anno non ho granchè da chiederti o meglio avrei delle cose da chiederti, ma te le mando via posta, perchè un blog si addice poco ai pensieri troppo personali.
spero che ce la farai per la mattina di Natale a portare il sorriso e la soddisfazione di loro stessi e della loro vita a tutte le persone a cui tengo di più, siano esse vicine o lontane.
e mi raccomando non trattare mai male la Befana... ho saputo che ha un contratto a tempo determinato pure lei di questi tempi e io ho mandato un curriculum vitae per fare le selezioni e sostituirla il prossimo anno.
Ti abbraccio e ricordati la cioccolata, ne puoi anche mangiare un pezzetto prima di ripartire.
a presto,
Una tua affezionata ammiratrice.
giovedì 20 dicembre 2007
venerdì 14 dicembre 2007
Neve bianca come il cioccolato
sta nevicando. per la prima volta dopo sei anni vedo Perugia magicamente bianca. Sono tornata ora da casa di un'amica, con una voglia incredibile di scrivere.
L'atmosfera mi mette veramente di buon umore, siamo uscite incappucciate e imbacuccate contro il freddo e abbiamo chiacchierato e camminato, rompendo il silenzio notturno conil rumore delle voci e dei nostri passi. Sotto il cielo nero pece, piccole ombre si muovevano su una strada bianca, bianca come il latte. fiocchi fitti ovattavano silenziosamente il mondo intorno a noi.
Intorpidite dal freddo e dal sonno, assorte nei nostri pensieri, siamo tornate tutte a casa. l'immensa distesa bianca era punteggiata dalle nostre orme, farfalle scure che riposavano su un prato chiaro.
E' strano a volte quanto ci si senta piccoli davanti alle cose più semplici. La neve stasera è stata per me uno spettacolo naturale, fantastico, di quelli che ti toccano il cuore, come il migliore dei libri che hai letto o l'abbraccio più desiderato che hai ricevuto. Di fronte alla complicatezza del mondo, una strana serenità ti assale mentre guardi la neve cadere e ti senti piccolo e infinitamente fortunato a poter godere di meraviglie come questa.
per rovinare la poesia, nella quale non sono un granchè, come avrete notato da questo post, non mi resta che dire che bianco è anche il colore della mia cioccolata preferita...
buona neve a tutti.
L'atmosfera mi mette veramente di buon umore, siamo uscite incappucciate e imbacuccate contro il freddo e abbiamo chiacchierato e camminato, rompendo il silenzio notturno conil rumore delle voci e dei nostri passi. Sotto il cielo nero pece, piccole ombre si muovevano su una strada bianca, bianca come il latte. fiocchi fitti ovattavano silenziosamente il mondo intorno a noi.
Intorpidite dal freddo e dal sonno, assorte nei nostri pensieri, siamo tornate tutte a casa. l'immensa distesa bianca era punteggiata dalle nostre orme, farfalle scure che riposavano su un prato chiaro.
E' strano a volte quanto ci si senta piccoli davanti alle cose più semplici. La neve stasera è stata per me uno spettacolo naturale, fantastico, di quelli che ti toccano il cuore, come il migliore dei libri che hai letto o l'abbraccio più desiderato che hai ricevuto. Di fronte alla complicatezza del mondo, una strana serenità ti assale mentre guardi la neve cadere e ti senti piccolo e infinitamente fortunato a poter godere di meraviglie come questa.
per rovinare la poesia, nella quale non sono un granchè, come avrete notato da questo post, non mi resta che dire che bianco è anche il colore della mia cioccolata preferita...
buona neve a tutti.
martedì 4 dicembre 2007
la cioccolata del vicino...
comincio stavolta col raccontarvi, miei cari lettori, un aneddoto curioso e alquanto incredibile...
ormai avrete già notato la mia fissa, quasi patologica, per la cioccolata e per tutto quello che a essa è collegato e che possa assomigliare lontanamente all'oro nero.
per oro nero intendo, ovviamente, non lo scontato e banale petrolio, ma il cacao...
e siccome il cacao è prodotto da gente sfruttata dalle multinazionali, ho deciso di diventare volontaria dell'equo per avere la possibilità di mangiare la cioccolata solidale.
beh, ironia della sorte, mentre stavo vendendo ad un banchetto cioccolata a tutto il mondo, cercando di risultare il più possibile sorridente e coccolosa, arriva un tipo.
un tipo veramente improbabile, che dopo aver fatto discorsi strani, oserei dire quasi perversi, sul pigiama con gli orsi di una vetrina, guardava con interesse l'altra volontaria che, ignara di tutto, aveva una cioccolata acquistata al banchetto fra le mani.
la ragazza, sentendosi probabilmente osservata e volendo promuovere la cioccolata solidale, gli si rivolge con un'espressione sdubbiata e gli chiede cortesemente: "vuoi?". ovviamente, aveva sottointeso "un pezzo di cioccolata" e lui, con una faccia tra il lusingato e lo spiritoso: "tutta?".
l'apparente battuta mi suscita ilarità.
"che burlone questo tipo...ha una faccia strana, però è simpatico", rimuginavo tra me e me.
mentre ero assorta in tali pensieri, vedo il simpatico quarantenne, che sfila la cioccolata dalle mani della mia amica e la infila nella sua borsetta, senza neanche assaggiarla.
la povera ragazza era sotto stato di shock, ma l'atteggiamento dell'uomo senza vergogna e senza paura ci aveva lasciato senza parole.
con il nostro banchetto, i nostri sorrisi e le cioccolate invendute, siamo rimaste lì con un palmo di naso.
pensare che il semiladro fa anche parte di un'associazione di volontariato, non so se abbia come scopo rubare cioccolate ai ricchi ( e su questo si potrebbe discutere) per darle ai poveri.
in questo caso, si spiegherebbe anche perchè il ladro di cioccolate non ha neanche assaggiato la fantastica pepita alle nocciole e l'ha imboscata, senza pensarci due volte, nella borsa, intatta come era stata comprata.
io sono senza parole, allibita a causa di un quarantenne disperato che mangia cioccolate degli altri...
fino a questo momento conoscevo il proverbio: "l'erba del vicino è sempre più verde", ma a quanto pare i tempi sono cambiati e i proverbi vanno aggiornati " la cioccolata del banchettino è sempre più verde, mentre quella della volontaria è nera e non è scaduta".
certo è che se l'insolito uomo voleva rischiare la vita poteva strappare dalle mie mani una cioccolata, come ha fatto con la povera ragazza indifesa. Pur credendo nel rispetto dei diritti umani, a tutto c'è un limite perchè la cioccolata è sempre la cioccolata...
beh, da questa triste storia ho capito che con alcune persone occorre specificare tutto, ma proprio tutto, perchè altrimenti si approfittano.
tanto va il ladro al cioccolato che non ci rimane più neanche un cioccolatino. w l'equo e solidale!!!
ciao e buona rapina di cioccolate a tutti
ormai avrete già notato la mia fissa, quasi patologica, per la cioccolata e per tutto quello che a essa è collegato e che possa assomigliare lontanamente all'oro nero.
per oro nero intendo, ovviamente, non lo scontato e banale petrolio, ma il cacao...
e siccome il cacao è prodotto da gente sfruttata dalle multinazionali, ho deciso di diventare volontaria dell'equo per avere la possibilità di mangiare la cioccolata solidale.
beh, ironia della sorte, mentre stavo vendendo ad un banchetto cioccolata a tutto il mondo, cercando di risultare il più possibile sorridente e coccolosa, arriva un tipo.
un tipo veramente improbabile, che dopo aver fatto discorsi strani, oserei dire quasi perversi, sul pigiama con gli orsi di una vetrina, guardava con interesse l'altra volontaria che, ignara di tutto, aveva una cioccolata acquistata al banchetto fra le mani.
la ragazza, sentendosi probabilmente osservata e volendo promuovere la cioccolata solidale, gli si rivolge con un'espressione sdubbiata e gli chiede cortesemente: "vuoi?". ovviamente, aveva sottointeso "un pezzo di cioccolata" e lui, con una faccia tra il lusingato e lo spiritoso: "tutta?".
l'apparente battuta mi suscita ilarità.
"che burlone questo tipo...ha una faccia strana, però è simpatico", rimuginavo tra me e me.
mentre ero assorta in tali pensieri, vedo il simpatico quarantenne, che sfila la cioccolata dalle mani della mia amica e la infila nella sua borsetta, senza neanche assaggiarla.
la povera ragazza era sotto stato di shock, ma l'atteggiamento dell'uomo senza vergogna e senza paura ci aveva lasciato senza parole.
con il nostro banchetto, i nostri sorrisi e le cioccolate invendute, siamo rimaste lì con un palmo di naso.
pensare che il semiladro fa anche parte di un'associazione di volontariato, non so se abbia come scopo rubare cioccolate ai ricchi ( e su questo si potrebbe discutere) per darle ai poveri.
in questo caso, si spiegherebbe anche perchè il ladro di cioccolate non ha neanche assaggiato la fantastica pepita alle nocciole e l'ha imboscata, senza pensarci due volte, nella borsa, intatta come era stata comprata.
io sono senza parole, allibita a causa di un quarantenne disperato che mangia cioccolate degli altri...
fino a questo momento conoscevo il proverbio: "l'erba del vicino è sempre più verde", ma a quanto pare i tempi sono cambiati e i proverbi vanno aggiornati " la cioccolata del banchettino è sempre più verde, mentre quella della volontaria è nera e non è scaduta".
certo è che se l'insolito uomo voleva rischiare la vita poteva strappare dalle mie mani una cioccolata, come ha fatto con la povera ragazza indifesa. Pur credendo nel rispetto dei diritti umani, a tutto c'è un limite perchè la cioccolata è sempre la cioccolata...
beh, da questa triste storia ho capito che con alcune persone occorre specificare tutto, ma proprio tutto, perchè altrimenti si approfittano.
tanto va il ladro al cioccolato che non ci rimane più neanche un cioccolatino. w l'equo e solidale!!!
ciao e buona rapina di cioccolate a tutti
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