domenica 10 agosto 2008

A Malta nessuno ci aspetta...

Finalmente eccomi qua a scrivere un post su Malta. Non sono ancora completamente lucida per scrivere un resoconto globale sulla mia semivacanza, quindi racconterò solo un episodio della bella vita passata sull'isola felice.
Per chi non lo sapesse io sono finita lì a fare l'assistente a un gruppo di adolescenti. Tale post trae ispirazione da una frase che un mio amico pronunciò, con lo sguardo corrucciato, quando annunciai la notizia di aver accettato l'incarico: "Ma Pamela, la tua accompagnatrice chi è?" e vuole esser la dimostrazione che a me un assistente personale sarebbe proprio servito...
Un assolato sabato mattina ci rechiamo per una gita a Medina: nel mio pulman c'erano quarantaquattro ragazzi e quattro accompagnatori. Io e la Trunky ( la mia fidata compagna sarda di avventure, così soprannominata da me per la calma che la caratterizzava) avevamo un gruppetto di diciassette fantastiche ragazze, più puntuali e ben organizzate di noi e poi c'erano nel nostro autobus due altre accompagnatrici ( i cui soprannomi non sto qui a citare per ovvi motivi).
Arriviamo a Medina, fra risa e crisi di nervi per il caldo scendiamo dal pullman, ci danno un pò di tempo libero e io e la Trunky raggiungiamo gli altri assistenti. Ce ne andiamo tutti insieme a mangiare torte e derivati con la cioccolata, io prendo il mio frappè, ci perdiamo in amene chiacchiere, ridiamo ( ovviamente), scherziamo, guardiamo l'orologio e... ci accorgiamo di essere in ritardo per l'appuntamento in piazzetta.
Ci diciamo che non sarebbe stato un problema perchè le altre due accompagnatrici, puntuali come un orologio svizzero, avrebbero notato la nostra assenza e ci avrebbero aspettato e che le nostre ragazze ci avrebbero reclamato a gran voce.
Usciamo di corsa, ma non troppo, dal locale, giungiamo al luogo dell'appuntamento col dovuto ritardo e... puff, erano scomparsi tutti.
Penso: "Che burloni, staranno giocando a nascondino!!!", mi guardo intorno e non c'era nessuno che stesse contando con la testa rivolta contro il muro. "Mmm", mi dico, "qui ci hanno lasciato a piedi". Fortunatamente la Trunky sapeva dove si trovava l'autobus e ridendo, nonostante la disgrazia che ci era capitata, arriviamo al parcheggio. Ci troviamo davanti al problema numero due: capire quale fosse il nostro autobus. C'erano tantissimi pullman...La memoria fotografica non è mai stata il mio forte, non avevo la più pallida idea di quale fosse il nostro. Mi accorgo, a un certo punto, di una tipa con la maglia celeste puffo e la voce roca che urlava "Annaritaaaaaaaaaa!!!!". Stava chiamando la Trunky perchè il mio nome non lo ricordava. Era l'altra accompagnatrice che, silenziosa e con viso serio, ci rimproverava come si rimproverano i bambini che hanno messo le mani nel barattolo della Nutella. La guardo, sorrido, entro nel pullman e penso che se non ci fosse stata la Trunky con me mi sarei sentita persa, anzi magari mi avreste trovato a vagare per Medina ancora oggi.
Morale della favola: diffidare delle streghe blu, sono solo imitazioni di autentiche assistenti gaudenti.