lunedì 15 settembre 2008
Capalbio Caput Mundi
domenica 7 settembre 2008
MOMENTO NO
sabato 23 agosto 2008
Il fantastico mondo dei miei occhi
Lo spunto per questo post deriva da un'infezione che mi è stata diagnosticata agli occhi alcuni giorni fa e che stenta ad andarsene: sembra essersi affezionata ai miei occhi verdi.
Ho sempre pensato che fosse vera l'idea che "gli occhi sono lo specchio dell'anima". E' il primo particolare che noto nelle persone nuove che incontro e l'ultimo che scordo quando ricordo quelle che sono passate nella mia vita. Dietro agli occhi si cela un mondo da scoprire. Con le persone timide di solito mi diverto a cogliere gli sguardi che lanciano al mondo che le circonda, il sorriso che a volte risparmiano con la bocca e che comunicano con gli occhi.
Da una vita io ho un'avversione fortissima per gli occhiali perchè coprono gli occhi e detesto da sempre quelli da sole. Mi chiedo quale sia la loro funzione, a parte colorare di nero una metà della faccia della persona che ci sta davanti e nasconderne lo sguardo.
Mi sento smarrita a parlare con un portatore di occhiali da sole, è peggio di uno strabico: non so se guardargli la punta del naso o le labbra oppure girarmi, che tanto fa lo stesso. Comunque, questa inutile riflessione sugli occhi, l'anima, gli occhiali da sole e derivati scaturisce dalla mia estrema ipocondria: sono impauritissima perchè quest'infezione non se ne va e perchè devo nascondere i miei occhi dietro a degli occhiali rossi bruttissimi. Mi sento una maestrina mal riuscita, ma chi la vuole fare la maestra????Voglio rimettere le lenti, magari al cioccolato, così le mangio direttamente e l'effetto dallo stomaco passa agli occhi e ricomincio a vedere il mondo a colori...
martedì 12 agosto 2008
Malta, finalmente la conclusione...
Ringrazio tutti quelli che erano con me, sia il mio fantastico gruppetto di adolescenti fighissime e tutte innamorate dell'amore, sia i mitici assistenti.
Un grazie particolare va alle mie compagne di camera per aver sopportato il mio disordine e la mia disorganizzazione e per avermi supportato sempre in positivo durante le serate e le giornate maltesi. Grazie Tiziana per le treccine che mi hai fatto la sera prima di uscire, grazie Dani per aver capito dal primo momento che mi hai visto che versavo in una crisi pre laurea che molto assomigliava alla tua e per averci riso e scherzato su, grazie Trunky perchè una compagna di squadra come te non l'avrei trovata neanche su ordinazione.
Non posso scordare poi Peppe, che naturalmente con la sua organizzazione e il suo spirito fashion, mi ha allietato le giornate. Di te Peppe ricorderò la storia del ragazzino fatto uscire dalla discoteca la sera in cui girava la polizia e non scorderò mai il primo momento che ti ho visto alla stazione ad aspettarmi con gli auricolari nelle orecchie (fashion anch'essi) e le tua fantastica macchinetta fotografica al collo. Grazie per le foto stupende che hanno immortalato i momenti migliori della vacanza.
E poi Ivan, chi se lo scorda il suo fans club, il più numeroso di tutta la vacanza... Anche quello di Marco non scherzava, ma quello di Ivan non aveva paragoni. Ivan doveva essere il mio complice per sferrare la vendetta finale ( e tu Ivan sai contro chi), ma si è ammalato. E' stato lui per primo a mettere in giro la notizia del mio amore per Mustafà, omino delle pulizie che diceva cercassi di sedurre... Ivan, arrivava la mattina, bello come il sole, con le sue fans che avrebbero fatto carte false per svegliarlo e urlava con il suo accento del profondo sud "pullman trèèèèèèèèèèèèè".
E Giusy e Loredana, che con la loro allegria e la loro dolcezza hanno allietato un pò il soggiorno di tutti.
Poi il nostro fantastico e supercalmo vice direttore Gavino, che si divertiva a far prendere accidenti ai poveri fanciulli inventando storie sul rimpatrio e facendoli sbiancare perchè fingeva di essere una persona seria e abbozzava qualche rimprovero qua e là...
Poi Vale ci sei tu che ci sei sempre, vicina o lontana e che rappresenti uno dei pilastri portanti della mia vita. Lo sai che senza di te e il tuo gruppo problematico non sarebbe stato lo stesso.
Beh poi c'era anche Bruno, di cui non saprei che ricordare o che scordare. Forse la sua complicità con Gavino nell'inventare storie e con Ivan nel tirarmi a mare. Mi ricorderò di lui la capacità innata che aveva nel giocare con le parole come con i ragazzi, le nostre chiacchierate sul nulla e sulle questioni di principio che solo con un iscritto a filosofia si possono fare, le crepes della creperia, il casinò, la serata in cui mi ha minacciato con una pistola ad acqua nell'ascensore e le canzoni di Guccini che cercavamo di cantare a metà.
Ecco, penso che possa bastare, grazie ragazzi a tutti di cuore, in bocca al lupo per il futuro.
domenica 10 agosto 2008
A Malta nessuno ci aspetta...
Per chi non lo sapesse io sono finita lì a fare l'assistente a un gruppo di adolescenti. Tale post trae ispirazione da una frase che un mio amico pronunciò, con lo sguardo corrucciato, quando annunciai la notizia di aver accettato l'incarico: "Ma Pamela, la tua accompagnatrice chi è?" e vuole esser la dimostrazione che a me un assistente personale sarebbe proprio servito...
Un assolato sabato mattina ci rechiamo per una gita a Medina: nel mio pulman c'erano quarantaquattro ragazzi e quattro accompagnatori. Io e la Trunky ( la mia fidata compagna sarda di avventure, così soprannominata da me per la calma che la caratterizzava) avevamo un gruppetto di diciassette fantastiche ragazze, più puntuali e ben organizzate di noi e poi c'erano nel nostro autobus due altre accompagnatrici ( i cui soprannomi non sto qui a citare per ovvi motivi).
Arriviamo a Medina, fra risa e crisi di nervi per il caldo scendiamo dal pullman, ci danno un pò di tempo libero e io e la Trunky raggiungiamo gli altri assistenti. Ce ne andiamo tutti insieme a mangiare torte e derivati con la cioccolata, io prendo il mio frappè, ci perdiamo in amene chiacchiere, ridiamo ( ovviamente), scherziamo, guardiamo l'orologio e... ci accorgiamo di essere in ritardo per l'appuntamento in piazzetta.
Ci diciamo che non sarebbe stato un problema perchè le altre due accompagnatrici, puntuali come un orologio svizzero, avrebbero notato la nostra assenza e ci avrebbero aspettato e che le nostre ragazze ci avrebbero reclamato a gran voce.
Usciamo di corsa, ma non troppo, dal locale, giungiamo al luogo dell'appuntamento col dovuto ritardo e... puff, erano scomparsi tutti.
Penso: "Che burloni, staranno giocando a nascondino!!!", mi guardo intorno e non c'era nessuno che stesse contando con la testa rivolta contro il muro. "Mmm", mi dico, "qui ci hanno lasciato a piedi". Fortunatamente la Trunky sapeva dove si trovava l'autobus e ridendo, nonostante la disgrazia che ci era capitata, arriviamo al parcheggio. Ci troviamo davanti al problema numero due: capire quale fosse il nostro autobus. C'erano tantissimi pullman...La memoria fotografica non è mai stata il mio forte, non avevo la più pallida idea di quale fosse il nostro. Mi accorgo, a un certo punto, di una tipa con la maglia celeste puffo e la voce roca che urlava "Annaritaaaaaaaaaa!!!!". Stava chiamando la Trunky perchè il mio nome non lo ricordava. Era l'altra accompagnatrice che, silenziosa e con viso serio, ci rimproverava come si rimproverano i bambini che hanno messo le mani nel barattolo della Nutella. La guardo, sorrido, entro nel pullman e penso che se non ci fosse stata la Trunky con me mi sarei sentita persa, anzi magari mi avreste trovato a vagare per Medina ancora oggi.
Morale della favola: diffidare delle streghe blu, sono solo imitazioni di autentiche assistenti gaudenti.
mercoledì 6 agosto 2008
Il mio lamento...
Triste perchè il cielo è grigio e fuori piove, triste perchè i miei amici sono lontani, triste perchè Malta è passata in un battibaleno, triste perchè ho una tesi da scrivere e sento caldo, triste perchè non ho ancora imparato che bisogna cogliere l'attimo, triste perchè i momenti belli sono così intensi che sembra che durino un secondo, triste perchè ho terminato le pagine del taccuino dove annoto le mie impressioni e le mie paure...
Ora mangio la cioccolata contro la tristezza...
giovedì 24 luglio 2008
Il quattordicenne dal cuore impazzito
mercoledì 9 luglio 2008
Nicco e Kit
Per chi non conosce Nicco, faccio una premessa: é la persona più razionale e controllata che io conosco. Ebbene, ieri sera l'ho visto sotto un'altra luce: quella dei fari della sua nuova macchina parlante.
Il signor Profeta ( questo il cognome di Nicco) si è da poco laureato in Medicina e come regalo ha ricevuto la fantastica Focus nera, per gli amici Kit.
Il nome deriva dal fatto che Nicco ci parla con la sua macchina, che ha una voce sensuale di donna del nord. Per cambiare stazione infatti dice "Stazione" e la macchina chiede la frequenza. E' stato strano vedere Nicco abbandonarsi a conversazioni schematiche, ma efficaci con il suo nuovo mezzo di locomozione.
Kit a volte non capisce e ripete cose sconclusionate, ma Nicco la giustifica sempre dicendo che la colpa è di quelli che stanno seduti dietro che con il loro vocio la confondono e la spaventano tremendamente ( ieri sera sedute sul sedile posteriore c'eravamo io, ziva e sam).
Se mi mettessi nei panni di un paziente che, per una causa qualsiasi, deve salire nella macchina parlante del medico per farsi accompagnare all'ospedale, penso proprio che dopo la scena del serio Nicco che parla alla voce sensuale proveniente dalla radio, aprirei lo sportello e mi butterei dalla vettura in corsa.
Stasera, siccome Nicco è mio amico, mi porterà sulla sua Kit e potrò finalmente conversarci anche io. Magari le porto anche una cioccolata, così me la faccio amica. Per Kit ci vuole una Kit Kat o una KIT CAR...
mercoledì 25 giugno 2008
Habemus schemam
Mi sento Superman dopo averla sentita dire "Va bene signorina!"... Sono in un delirio di onnipotenza. Me la merito un pò di cioccolata, voi che dite?
Elefante e/o Ragnatela...
Descriverò il mio stato d'animo del momento: non è proprio facilissimo da afferrare.
La conoscete voi la canzoncina "Un elefante si dondolava sopra al filo di una ragnatela"? Ecco, in questo periodo, io a volte mi sento elefante e a volte ragnatela.
La canzoncina continua così: "...E trovando la cosa interessante andò a chiamare un altro elefante". Quando mi sento elefante cerco di vagliare le varie possibilità positive che la mia attuale condizione ha in sè: il fatto che i miei amici siano sempre pronti a dondolare con me mi entusiasma. Quando mi sento ragnatela, però, attraverso attimi un pò difficili. Un altro elefante su di me non mi sembra affatto interessante e cerco di vincere l'angoscia con la mia grande flessibilità...Per la serie "Mi piego, ma non mi spezzo": il mio andamento risulta ondulatorio e mi aiuta ad ammortizzare i cambiamenti...Mi dico che anche io posso contribuire a determinare il movimento di quel grosso pachiderma che mi sta sopra e dei suoi amici che trovano l'altalena interessante..
E' un precario e sottile equilibrio quello che accomuna le due condizioni. Chi mi conosce bene sa che io e l'equilibrio siamo due rette parallele che non si incontreranno mai, visto che cado un giorno si e l'altro pure... Equilibrio in inglese si dice "Balance" e che cosa possiamo avere in comune io e una parola che assomiglia a "Bilancia"?
L'insegamento da trarre da questo periodo è che non importa che tu sia elefante o ragnatela, l'importante è che tu riesca a dondolare... Se poi ci prendi anche gusto, è la cosa migliore.
Ps. Preferisco essere elefante perchè la ragnatela non mangia cioccolato...
sabato 14 giugno 2008
Il cartomante buddhista e la zeppetta magica.
Non saprei bene da dove cominciare a raccontare la mia avventura, ma mi sono ritrovata, alcune settimane fa, a passare la serata con due buddhisti. Dopo aver discusso vario tempo con uno dei due sulla corrente di pensiero Buddhista che seguiva, con il tatto di un elefante che sta cadendo per un infarto improvviso e con gli occhi che scrutavano la sua anima, così come avrebbe fatto Buddha, gli ho chiesto: "E per pensare questo, bisogna esser buddhisti????".
Quelle di cui vi ho appena parlato sono le fantastiche premesse con cui comincia la storia il cui seguito ha avuto luogo ieri sera. La pioggia e Dio( o forse Buddha) ci hanno impedito di andarcene a una festa di ingegneria ( Deo Gratias) e mentre stavamo in relax sul letto, mi viene in mente che uno dei buddhisti sconosciuti era un cartomante.
Supplico la mia amica, quella che mi appoggia sempre, di chiedergli se mi faceva le carte e Paola invia un messaggio al chiaroveggente.
Ci invita a casa sua: un casolare di campagna in mezzo agli ulivi. Sembrava di stare nel Geltsemani, mi guardavo intorno per vedere se riuscivo a scorgere Giuda. Prima di entrare volevo mandare un messaggio a Samantha per dirle che se morivo o se mi ammazzavano crofeciggendomi si doveva recare in via del Bruozzo ( un nome, una garanzia) per rinvenire la salma.
Contrariamente alle mie aspettative, la serata è stata piacevole e i due tipi che stavano lì ( che non erano Gesù e Giuda) erano tranquillissimi. Prendevano la vita con molta Karma...
A un certo punto, su mia richiesta, uno dei due mi legge le carte: ovviamente, buone nuove...
Solo quando ero con Fede ho beccato una cartomante stronza che mi ha detto che mi ammalavo, facevo un lavoro che mi faceva cagare e chi più ne ha più ne metta.
Beh, ragazzi, ora vi devo dire il risultato della lettura, che farà sorridere chi da lungo tempo mi conosce e sa quanta sfiga abbia io con il genere maschile. Dunque, tenetevi forte.
Ci sono due tipi uno biondo e uno moro che mi pensano e il moro è gelosissimo ( Sarà siciliano??? Mi ci manca solo uno scassacazzo adesso!). Il biondo o il moro, non ricordo, lo rincontrerò presto e sarà un fantastico incontro. sarò addirittura io a decidere fra i due, anche se c'è una sorta di prostituta bionda che è in mezzo e di cui non si comprende il ruolo nella storia.
Beh, aspettando le news di Bruttiful, io spero che il caso Moro scoppi il più tardi possibile...I biondi mi sono sempre piaciuti di più...
La cosa migliore è che io non ho alcuna idea di chi possano essere i due tipi, ma do fiducia alla mia zeppetta magica che avrà sbagliato pure stavolta.
Ah, ci dovrebbe essere anche un viaggio post laurea, ma spero sempre che non sia da Perugia a casa mia...
A presto, my friends!
domenica 8 giugno 2008
Il cestino della spesa
Paola comincia canticchiare una canzone della colonna sonora dello squalo, perfetta per accompagnare l'eroica impresa. al suono di "dandandan", io mi avvicino e afferro il cestino, pronta a scappare via. Mi sono sentita come Prometeo che ruba il fuoco agli dei, una soddisfazione immensa mi pervadeva quando il serissimo signore che stava scegliendo le verdure, si gira e mi guarda. Colta in fragrante, mi sarei tagliata la mano o mi sarei data uno schiaffo su quella che aveva osato toccare l'ambito oggetto. Il tipo ci guarda e col sorriso soddisfatto per averci colto con le mani nel sacco, anzi nel cestino, ci si rivolge ammiccante: "Ci avete provato, eh????". Io scoppio in una fragorosa risata e la mia amica, faccia di piombo, si scusa, con i suoi occhi dolci: "Ma noi non trovavamo cestini. Siamo passati alla cassa e non c'erano!!!!!". Non era credibile, anche perchè io mi stavo sbellicando dalle risate.
Per tutto il tempo della spesa, immaginavamo di spintonare i clienti, farli cadere e rubar loro i fantastici cestini. Mai desiderato un oggetto così tanto in vita mia. Un cestino è per sempre, altro che un diamante!!!!!!!!!
giovedì 15 maggio 2008
Una buona motivazione per fare carriera
La domanda sorge spontanea: chi se li può permettere? Dopo gli anni all'università, il portafogli è sgonfio e i soldi per un master strafigo di 20000 euro non credo la maggior parte degli studenti ( e io mi includo nella categoria) li abbiano a disposizione, neanche quelli che si sono arrangiati con qualche lavoretto durante gli studi ( a meno che non si trattasse di collaborare con la criminalità organizzata. Chissà se i cocopro saranno arrivati pure lì).
Quindi, appena laureati, coloro che si iscriveranno a un master costosissimo per comperare il lavoro manageriale della loro vita, saranno quelli che hanno più soldi. Gente che, passato il test d'ingresso al master a portafogli aperto( o numero chiuso, che dir si voglia), può, ancora giovane, cominciare a lavorare da una posizione manageriale, o che per lo meno permetta di raggiungere le vette del successo più facilmente. Test d'ingresso si, ma soprattutto un certo conto in banca ( neanche tuo, ma della tua famiglia) sono le carte vincenti per entrare ai corsi strafighi e di successo ( magari anche organizzati da Mediaset).
Arriviamo al punto: prendiamo un giovane squattrinato con capacità migliori di uno di quelli che sono entrati al master che, uscito dalla Fuckoltà, deve mettersi a lavorare subito perchè non ha soldi. Parte da una posizione più bassa e sapete chi si ritrova come principale? Il giovane figo che ha fatto il master a cui lui non aveva avuto accesso perchè a "mutuo" chiuso. Supponiamo che tale giovane di carriera, 24 anni laureato alla Bocconi, Master figo alla Nonsopiùcosa, comunque non brilli d'ingegno ( e ci può stare, ve lo assicuro). Vi siete mai chiesti come si possa sentire quello ingegnoso, ma non ricco quanto il suo amico, che deve sottostare agli ordini di uno che neanche ama alla follia e che in più è pure mediamente scemo?
Io credo che, se anche fosse la più pacifica persona dell'universo, tenterebbe di far carriera per uscire dalla sua frustrazione, magari con un master tre anni dopo che ha incominciato a lavorare, pagato con i soldi e i sacrifici di esser stato un simpatico dipendente di uno che capiva meno di lui.
Perchè il capire non si compra, ma la carriera si conquista. Per me che pensavo che la carriera potesse anche esser secondaria, ora dico che dipende dalle situazioni.
Bye, my friends!!!!!!!!!!!!!
venerdì 25 aprile 2008
IL FANTASTICO COLLOQUIO.
Mi dico: "Perchè no? Vediamo che mi propone". Ieri pomeriggio, mi dirigo alle cinque, come prefissato, alla sede Cepu. Entro e avevo l'impressione di trovarmi già in un altro mondo: edificio medievale, con interni affrescati e gente assolutamente figa che vagava per i corridoi. Mi chiedevo già se avessi fatto la cosa giusta ad andare. Arriva, poi, il mitico direttore: bellissimo, accento impeccabilmente del nord, occhi azzurri, capelli ingellatti, vestito alla moda. mi accoglie, con fare da cavaliere ( che ha un cavallo morto nella stalla accanto, ben coperto dalla biada), nel suo ufficio.
Entro, mi siedo e il colloquio comincia. Classiche domande, della serie "si presenti, mi parli del suo percorso di studi e bla bla bla...". Mentre parlavo, il belloccio prendeva appunti.
A un certo punto, mi guarda e sorridendo, quasi si trovasse in una pubblicità della Mentadent, mi chiede: "Ha esperienze all'estero?"
E io: "Si, sono stata a Bordeaux". Getto un'occhiata sul suo foglio e vedo che lo spelling di Bordeaux era alla maniera di Cepu, non quello convenzionale del francese standard. La cosa un pò mi sdubbiava, ma può capitare perchè si tratta di una lingua straniera che, magari, lui non conosceva.
La domanda seguente alla mia affermazione è stata: "Com'è il Belgio?"
L'ho guardato, ho sbarrato gli occhi e ho pensato: "Mmm, Belgio???? Nooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!! E ora come faccio a trattenere le risate? e soprattutto, come faccio a non trattarlo da idiota?"
Guardo un attimo per terra, poi fuori dalla finestra, prima di puntargli ancora gli occhi che sorridevano in viso, cerco di fare mente locale per cambiare discorso, ma non trovo soluzione... A meno che non chiedevo di andare in bagno, come si faceva alle elementari quando ci si trovava in difficoltà, non c'era chance per me: dovevo rispondere.
Con tutta la naturalezza del mondo, guardo il tipo e dico: "Il Belgio non lo so, ma la Francia non è male...Bordeaux sta vicino la Spagna" e accompagno l'ultima parte della frase con dei gesti scattosi della mia mano verso sinistra, quasi a spostare quel Bordeaux messo troppo a Est nella mente del figo-ma- scemo.
Il povero malcapitato arrossisce e io ridevo e ridevo e ridevo interiormente. Il resto del colloquio è stata una battaglia continua contro il mio impulso alla risata, fino a quando l'uomo più bello del mondo mi dice: "Comunque abbiamo delle sedi all'estero, se lei è interessata. Atene, Pechino..."
E' stata veramente la fine: ho pensato alla localizzazione nella sua testa delle città che immaginava e mi vedevo a firmare un contratto magari per Parigi per ritrovarmi catapultata a Capo Nord perchè Parigi nella sua testa non distava molto da Oslo...
A quel punto ho sorriso, lui avrà pensato che ero soddisfatta della proposta, ma io non ne potevo proprio più: rimanere seria sarebbe stato per me facile quanto evitare di mangiare la cioccolata per un mese...
beh, morale della favola: se lavori con Cepu non solo devi vestrirti all'ultimo grido, ma devi anche avere delle conoscenze geografiche da urlo! Tutto è bene quel che finisce bene.
Buon cepu a tutti!!!!!!!!
lunedì 7 aprile 2008
Il mio incontro con la Gordimer e con Pordenone
è un pò di tempo che non scrivo sul mio adorato bloggetto, ma ora, fortemente motivata dagli ultimi eventi, non posso lasciarmi sfuggire l'occasione.
La fonte della mia ispirazione è stata, stavolta, una scrittrice Premio Nobel nel 1991, la Gordimer, che tratterò nella mia tesona.
Ebbene si, l'ho vista, ragazzi miei, in carne ed ossa, davanti a me e le ho anche stretto la mano. Una donna minuta e con uno sguardo di quelli che ti si incidono nella memoria con dei caratteri indelebili: due occhi dolci e vispi allo stesso tempo, profondi e austeri, di quelli che comunicano senza parole. E un sorriso, fantastico, che nasconde dentro di sè un mondo magico: il meraviglioso universo di chi ha creduto per tutta la vita in un ideale, che ha visto realizzarsi, dopo aver speso le migliori energie per concretizzarlo.
Sono queste le persone che ti fanno riflettere, che a volte ti costringono felicemente a guardare più in là del tuo naso, al di là del mondo stretto che ti circonda e del quale a volte ti senti prigioniero, vittima o carnefice di te stesso. La guardavo e vedevo in quella vecchiettina minuta una tigre, una trascinatrice di folle, nei suoi occhi una soddisfazione immensa, una forza che ancora si illumina quando parla dei suoi ideali e del lato positivo degli uomini, in cui crede immensamente. Con la parola "Uomini" intende quelli con la "U" maiuscola: uomini e donne, gay e lesbiche, poveri e ricchi, giovani e vecchi, neri e bianchi, analfabeti e letterati. E' fantastico trovare un rispetto così grande per il genere umano, che ci fa pensare che un mondo migliore è possibile e che credere in un ideale è in parte realizzarlo. Oltre alla fantastica e strabiliante autrice sudafricana, ho avuto il piacere di conoscere anche con Pordenone e con i friulani. quando hanno saputo che ero arrivata la mattina da Perugia per assistere all'apertura del festival, tre simpatiche signore mi hanno adottato, quasi fossi stata la loro figlioletta e mi hanno portato sul palco, con l'organizzatore, il sindaco e la Gordimer per cercare di strappare l'intervista alla scrittrice.
un grazie particolare lo devo a Lorenza e alla sua amica che, dopo avermi incontrato davanti al teatro, hanno fatto di tutto per introdurmi nell'ambiente di Pordenone e per avvicinarmi il più possibile alla scrittrice. Con me avevano in comune una grossa passione per la letteratura. Sono sempre più convinta che studiare materie umanistiche significa prima di tutto aver la capacità di entrare in contatto con le persone, capirle e aiutarle, se possibile.
Grazie Pordenone per la bella duplice lezione di vita.
ps. Ovviamente, da grande esperta del settore, non mi sono certo privata della fantastica cioccolata di Pordenone... yummy!!!
lunedì 17 marzo 2008
Jesus Crisis
the subject is not so interesting, because you find me just in the middle of a crisis due to my thesis.
Ifeel old and I see me always here, at university wasting my time writing a thesis that perhaps no one, but my teacher, will read.
it is like participating to a race where there is no winning post...it means I'm running for nothing and I'm very tired...I hope I can get the best from myself and keep going on smiling.
I can smile even if I have no precise reason to do it, I can appear a little bit idiot, but it it would be great if it is useful to be happy or feeling better than now.
So, if you meet me in the streets and I keep smiling all the time, don't be annoyed or disappointed, because I'm not making fun of you.
I'm just laughing at the destiny, which is playing with me and which sent me, last april, this long long thesis... this must be a sign, a sign that I'm not so lucky with thesis...
so, between the first smile and the second one, I'm going to eat some chocolate. thanks God for chocolate against (Jesus) crisis...
I love you all, my friends
:) ( this can't miss in this post)
ps. cross your fingers for me hoping that this Jesus Crisis doesn't change in a nervous breakdown....
pam
domenica 9 marzo 2008
la lontananza
mai stata più d'accordo con questa frase, ma la domanda sorge spontanea: come è il vento?
il vento è
a) fastidioso
b) fa venire la cervicale
c) porta via le mutande sul filo non attaccate bene con le mollette e le fa cadere nel giardino del vicino che si indispettisce o, peggio ancora, sull'albero del vicino e le devi riprendere con una simpatica canna da pesca ( pésca e non pèsca, anche se l'albero potrebbe esser un pesco)
si, insomma dopo anni di peregrinazioni varie, mi ritrovo con tanta gente a cui voglio bene che sta lontana e mi dispiace.
ogni amico ha una precisa funzione nella mia vita, è un pò una parte di me e se questa parte sta troppo lontana o la si perde di vista può sentirsi trascurata e avere del male a ricomparire di nuovo.
vabbè, per farmi passare la nostalgia non mi resta che proporre un chocolate meeting a tutti, dove volete voi...io vi raggiungo.
à plus mes amis,
pam
sabato 8 marzo 2008
la festa delle donne
E invece no!!!!
questo post è ancora peggiore di quello che vi sareste attesi...non a caso sono passati mesi di lungo silenzio fra l'ultimo post e questo fantastico articoletto sull' otto marzo: l'ho fatto per voi, vi ho evitato lettere avvelenate, derivate dal mio umor nero per la tesona che mi sento addosso come un peso...
beh, comunque, il giorno della festa delle donne ( o degli uomini contenti di andare a beccare le donne a frotte che stasera escono) mi ha fatto scaturire una fantastica riflessione.
per quelli che non sanno quanto la mia vita sia provata da studi di filologia di vario tipo e soprattutto di linguistica, occorre fare una premessa: sono una che non usa le parole e soprattutto le espressioni a caso, ma mi chiedo sempre il perchè le idee vengano espresse in un certo modo anzichè in un altro e mi piace giocare con le parole. Una pesantona, insomma, ma sui generis...
è da un pò di tempo che me lo chiedo e l'altra sera ho avuto la riprova del fatto che gli insulti, per lo meno quelli presenti nella nostra lingua, non rispettano la parità.
Se una donna ti manda proprio fuori dai gangheri e sei uomo hai la parolina pronta per definirla, cioè la rendi iscritta all'albo di quelle che fanno il mestiere più vecchio del mondo, ma se un uomo ti manda fuori di testa che gli puoi dire????
non esiste un equivalente del corrispettivo femminile. se lo chiami "gigolò" non puoi che fargli un complimento, anzi, se è scemo si crede anche figo. se dici sei uno "stronzo", ti può sempre rispondere che gli stronzi hanno il loro fascino e con questa parola hai solo evidenziato il fatto che ci sei rimasta male tu e che lui è quello che si è comportato male, ma che è più forte...
non ti resta a questo punto che offendergli la madre e finisci con il dirgli "sei un figlio di....." e poi ci pensi e ci rimani male perchè hai offeso una poverina del tuo stesso sesso, che magari neanche lo voleva mettere al mondo un figlio così...
si lo so che state pensando che magari non è il caso di arrivare agli insulti, ma a volte nella vi capita e non è bello trovarsi senza parole al punto da dover tirare in ballo la mammina che non c'entra nulla...
c'è chi dice che comunque la mamma ha avuto un ruolo attivo nell'educazione, quindi si merita l'epiteto poco felice di cui si parlava sopra...
un'idea mi balza in mente: un figlio è educato sia da un padre che da una madre, che ne direste di dirgli " quella puttana di tuo padre????". suona male, ma magari, come tutte le espressioni, potrebbe entrare nell'uso comune se tutti cominciassero ad utilizzarla.
in fondo, non ci sono regole nella lingua, le regole si stabiliscono a posteriori e non vi dico quanto sarei contenta di sentire una tale espressione per strada perchè significherebbe che anche la lingua sta prendendo atto che è ora di estirpare un pregiudizio che dura da tempo e che l'attitudine nei confronti delle donne è veramente cambiata.
beh, utopia ragazzi, utopia!!!!!!!!mangiamoci su della cioccolata...
mercoledì 13 febbraio 2008
Disavventure
è da stamattina che mi sono svegliata all'ora giusta, mi sono alzata con il piede giusto e non ce la faccio a combinarne una giusta...sono andata alla ricerca di alcuni libri, ma non li ho trovati: sono arrivata in biblioteca, col mio computer superpesante a tracolla che mi stava spezzando una spalla, mi sono tolta il cappotto, ho preso la chiave dell'armadietto, ho tirato fuori tutti i libri e il computer e mi sono accorta che avevo lasciato a casa sia la batteria del portatile che l'alimentatore. così messo il computer poteva avere più o meno l'utilità di un frisbee. ho pensato e ripensato a quale potesse essere il collegamento più plausibile fra un frisbee e la mia tesi, ma proprio non l'ho trovato... Quindi, con la coda fra le gambe, me ne sono tornata a casa col frisbee nella valigietta e appena sono rientrata ho visto il fantastico alimentatore sul tavolo che mi guardava con aria di sfida e mi diceva: " per me, cara pam, te ne sei tornata a casa". ho pensato: "alimentatorino, quando ce la farai ad acquistare un pò di autonomia e a metterti nella borsa da solo????"
ho deciso poi di collegare l'alimentatore al frisbee di cui si parlava sopra e il portatile si è tutto d'un tratto "illuminato d'immenso" e ha cominciato a funzionare... mentre lui si illuminava d'immenso, io mi sentivo "come d'autunno sugli alberi le foglie"...in bilico, appesa al filo del mio alimentatore e completamente deficiente.
beh, dopo lo stupendo inizio di giornata, la situazione è ancor più degenerata. sono finita a parlare di principi e principesse con e mi è venuto un certo magone, soprattutto quando il mio amico mi ha rivelato che il fantastico principe azzurro è caduto da cavallo ed è morto.
Cavallo imbizzarrito bastardo, altro che "cavallina storna che porta colui colui che non ritorna"...
beh, come finire questa fantastica giornata se non con una altrettanto fantastica cioccolata calda????vado di là alla ricerca disperata di un pò di sano cacao.
martedì 5 febbraio 2008
Il bicchiere mezzo pieno...
Passi anni a cercare di capire, a sviluppare uno spirito critico che ti permetta di avere una lucida visione del mondo, per ritrovarti davanti a un prof. che leggendo il progetto del tuo primo capitolo della tesi, ti dice che in realtà quel capitolo sarà tutta la tua tesi. Al che è normale che ti domandi se sei scemo tu, se non ci hai proprio capito nulla, se non doveva esser così che andava la tua vita da studente, se sei anni fa hai accidentalmente sbagliato facoltà, se Dio esiste, ma non si vede, se sei nel paese dei Balocchi...
ti ritrovi davanti a un relatore che ti propone uno schema per la tua tesi che tu avevi proposto ben cinque mesi fa e che era stato bollato come troppo noioso e scartato a priori, ti ritrovi a dover spiegare delle cose che tu reputi l'ABC della tua tesi e ti rendi conto che la persona che ti sta davanti e che dovrebbe esser competente sta spudoratamente fingendo...
della tua tesi, di quella tesi per cui ti sei snervata negli ultimi mesi, per la quale eri partita estremamnte entusiasta, non gliene può fregar di meno.
mi sono sentita frustrata, non ve lo nego, anzi frustratissima, per aver compreso che quello che mi hanno insegnato in questi anni in una facoltà come la mia, è che il più furbo primeggia, che la serietà è un bel principio, ma che in realtà non paga...
sono giorni che mi chiedo che cosa dovrò insegnare ai miei bambini, se mai ne avrò. io so che mi hanno insegnato dei bei principi, ma che spesso sono una limitazione troppo grande nella vita di tutti i giorni. Sai che i furbi o quelli comunemente definiti "intelligenti" hanno capito che mostrare è anche un pò essere e che invece tu, dal canto tuo, non lo hai mai voluto fare e neanche hai mai potuto per quel carattere più o meno discutibile che ti ritrovi.
li ringrazi comunque per quello spirito critico che, se oggi non ti fosse appartenuto, non ti avrebbe rovinato la giornata.
Dopo l'impatto iniziale contro i mulini a vento pensi anche che forse è vero che crescere significa soprattutto imparare ad affrontare la realtà per quello che è e non per quello che vorresti che fosse e magari riuscire a prender tutto con un sorriso. Forse quel poco di spirito critico che ti sei sudata , ti aiuta a esser più forte, a creder che a volte anche le sconfitte sono funzionali alle vittorie e a godere meglio dei successi, anche quando sono stati il frutto di tanti muri contro cui avevi la consapevolezza di sbattere. La delusione è normale, ma chissà che non schiuda qualcosa di nuovo, magari dei mesi più tranquilli di quelli passati precedentemente dietro al progetto della tesona.
Un discorso questo che mi porta a vedere il bicchiere ancora una volta mezzo pieno, anche se non sempre è facile...ma ognuno fa ciò che può e io può questo...
Ma oggi è Carnevale e si sa a Carnevale ogni scherzo vale, quindi magari è uno scherzo e se avessi incontrato il professore vestita da clown sarebbe andata diversamente.
bè, in tutto questo, buon Carnevale a tutti e mangiate tanti dolci.
sabato 2 febbraio 2008
Come sono buoni i bianchi!
MARCO FERRERI ( 1988)
giovedì 24 gennaio 2008
ultime Prodezze in parlamento
che dire dell'Onorevole Mastella? secondo me si dovrebbe chiamare Onorevole Randella perchè andrebbe proprio preso a randellate. D'altronde si sa un Randella non ha mai fatto primavera. che ci si voleva aspettare?
Che dire del Prode Prodi? lasciamogli le sue prodezze e facciamo fare i Casini a chi ne ha più diritto. Vogliamo parlare di Barbato, che si è trasformato in Barbablù e si è comportato con Cusumano come l'uomo della favola faceva con le sue mogli? Povero Cusumano, a sua insaputa volevano cambiare le u del suo nome rispettivamente in a e o e trasformarlo nel più grande CAsoUmano di tutti i tempi.
non state ancora ridendo perchè siete indignati, almeno quanto me, davanti all'ennesimo spettacolo non teatrale, ma parlamentare?
lo spettacolo questa volta ci è costato caro, non lo avremmo pagato così neanche se avessimo riservato delle sedie sul palco della Scala di Milano, come i nobili del '700 contro cui Voltaire polemizzava.
c'è anche da dire che gli attori non sono stati il massimo dello charme: abituati a Kim Rossi Stuart un deputatino di AN con una maglia rossa sulle spalle che lancia improperi a destra e a manca, anzi a manca e a manca, non ci piace per niente.
la sola posizione che possiamo comprendere è quella della maglia, che se ne sta sulle spalle del tipo e non capisce cosa ci fa lì. Lei rossa, quel colore così poco apprezzato dal deputato che la indossa, non ci vorrebbe proprio stare lì. Si sente fuori posto, proprio così come tutti quegli italiani che si sentono nel paese delle Banane e non nel loro, dopo aver guardato il tg di stasera.
lo spettacolo si è protratto per ore, c'è stato pathos, ci si è chiesti se quello che giaceva per terra in Parlamento fosse svenuto svenuto o fosse stato strozzato da qualcuno che ha poi deciso di darsela a gambe.
nessuno si sorprenderebbe della fuga, perchè i nostri politici sono tutti talmente bravi a scappare davanti alle responsabilità da non pensarci su due volte, gettare il sasso e ritirare la mano.
Ma un attimo, da un lato dell'aula, un tipo brutto stappa lo spumante, dopo l'annuncio della fine del governo Prodi. Festeggia. Vi rendete conto? Festeggia...Dove l'ha trovato quello spumante? Magari se l'è imboscato sotto la giacca e ha fatto finta di avere le tette all'entrata dell'aula. quando gli hanno chiesto come mai quello strano rigonfiamento in un posto così femminile, lui ha risposto che era per le pari opportunità e aveva garantito più tette per tutti. lui dei senzatetto non se ne era mai curato, ma i senzatette erano la classe che difendeva. Vi immaginate la moglie del parlamentare che lo ha visto uscire di casa con la bottiglia sottobraccio? alla domanda: "Caro, dove stai andando?" ha ricevuto come risposta "A esprimere il mio parere in Parlamento, a rappresentare quegli italiani che mi hanno votato". "bè, caro, fai bene ad alzare un pò il gomito, In vino veritas".
fossero stati ubriachi quelli che ci rappresentano, li avremmo pure giustificati, errori di gioventù (anche se di giovani ce ne stanno ben pochi).
Invece no, tutti savi, ma con il cervello completamente fuso. è sconvolgente. mi viene da chiedermi perchè gli italiani non fanno niente e si limitano a guardare queste scene veramente improponibili?
nessuno si sente preso in giro, anzi per il culo? sono solo io che quando li vedo comportarsi come scimmie impazzite non mi sento rappresentata da un branco di gente a cui il cervello fa cilecca?
risolvono la questione dicendo "si va alle elezioni". Posso esser pure d'accordo perchè la conseguenza di una crisi di governo sono le elezioni, ma scusate un attimo nessuno si sente smarrito?
"Votare?" "volentieri". ma chi? una sinistra divisa e incapace o una destra che anche fosse unita non mi rappresenta assolutamente, con Silvio bello e in forma più che mai...
A me sembrano delle trottole impazzite, la politica un mondo a sè, con i suoi meccanismi, i suoi incontri di box e una miopia allucinante nei confronti di moltissime questioni scottanti. In tutto questo il cittadino dove si colloca? paga le tasse, delega il suo potere e si fa rappresentare, ma li avete visti i rappresentanti?
bisognerebbe ricordare più spesso a questi illustri signori che lì ci stanno per fare gli interessi di chi li vota e che quel posto non ce l'hanno solo per ottenere potere personale e attuare una scalata al successo. Senza di noi non sono nessuno, mentre noi senza di loro abbiamo ancora il nostro potere, la nostra vita non si modificherebbe di una virgola.
Mi sento presa in giro, la vogliamo fare finita? altrimenti sulla prossima scheda elettorale mi viene da scriverci una battuta o una barzelletta, almeno allieto la giornata dello scrutatore regalandogli un sorriso...
e dove sono gli intellettuali? non è uno scempio vedere certe cose per qualcuno che ha ancora un pò di spirito critico? Perchè nessuno protesta?
vi lascio con questa domanda e me ne vado a letto, niente cioccolata per stasera, me ne hanno fatto passare la voglia...
a proposito di risse comiche guardate qua quante ne vanta il Parlamento:
http://www.repubblica.it/2008/01/sezioni/politica/crisi-governo/storia-risse/storia-risse.html
domenica 13 gennaio 2008
UMO: Unidentified Mobile Object
Con l'arrivo del 2008 ho avuto un calo improvviso della creatività, ho rimuginato per vari giorni sul fatto di scrivere un post che facesse il bilancio del vecchio anno, ma poi ho deciso che i bilanci mi piacciono ancora meno delle loro compagne femminili...
L'altro giorno nell'autobus, mentre parlavo con la mia amica, una fantastica idea mi è balenata in mente e tac ho deciso di scrivere di cellulari.
è ormai risaputo che il cellulare non sia uno dei miei oggetti preferiti, anzi più vado avanti e più l'avversione per il piccolo schermo che si illumina e suona a SUO piacimento cresce in me in maniera smisurata.
sono un vero asso nello scordarmelo ovunque o nel lasciarlo nei luoghi più remoti della casa, da sotto al letto al davanzale del bagno, dal forno alla lavatrice. Ho un atteggiamento quasi punitivo nei suoi confronti, non solo non lo considero, ma gli movimento l'esistenza in modi che neppure immaginerebbe...
non saprei definire il momento preciso in cui ho sviluppato l'allergia al piccolo strumento con i tasti, ma so per certo che un gran feeling io e lui non l'abbiamo mai avuto.
a parte che mi sono accorta che se cominci ad averlo sempre con te non puoi più farne a meno (con questa frase mi rendo conto di dare il via libera agli psicologi che possono inventare la sindrome della dipendenza da cellulare). mi fanno sorridere, poi, quelli che dicono che senza cellulare si sentono nudi...ma vi pare possibile, è diventato quasi un capo d'abbigliamento indispensabile. fra un pò di anni le mamme diranno ai loro piccoli di mettersi il cellulare invece dei calzini o, peggio ancora, delle mutande!!!
a proposito di piccoli c'è da notare che anche loro sono vittime degli aggeggi che suonano, squillano, ballano e cantano peggio di una soubrette. Vedi i bimbetti uscire da scuola e scambiarsi cellulari e suonerie a posto delle care vecchie figurine Panini, che costavano solo cinquecento lire a pacchetto e che tutti si potevano permettere.
il telefonino è diventato ormai un oggetto che distingue gli sfigati dai fighetti: se hai un certo tipo di cellulare che ti cucina, ti parla e ti insegna anche le lingue straniere sei "in", altrimenti sei "out". adesso hanno anche costruito dei cellulari in titanio che puoi direttamente comprare in gioielleria e venderti la casa per acquistarli, così poi ti ripari con il cellulare quando fa freddo e fuori piove.
mi sono accorta, inoltre, di quanto sia bello riappropriarsi del proprio tempo. se hai un cellulare con te acceso tutti ti possono chiamare sempre, quindi se stai passeggiando per strada e vuoi goderti la tua città e non pensare a niente e l'aggeggio infernale suona, non puoi far altro che rispondere, per evitare che la fantastica suoneria polifonica ti faccia venire i nervi...
in più spegnere il cellulare in faccia a qualcuno non è carino e non risolverebbe il problema perchè ormai il tuo flusso di pensieri inutili e straordinariamente belli è stato interrotto.
se sei con degli amici a prendere un caffè e il cellulare squilla, pronto sull'attenti rispondi e sei costretto ad abbandonare una comunicazione faccia a faccia per una virtuale...
è bello sentire gli amici per telefono, ma quando sei a casa in relax e così sai che il tempo diventa più tuo e migliora di qualità.
per non parlare di quelli che farfugliano cose da soli e sembrano scemi. se li osservarvi bene poi ti accorgi che hanno il fantastico super mega strabiliante auricolare. vestiti di tutto punto, persone apparentemente serie, ma che muovono le labbra ed emettono suoni apparentemente a vuoto...
io un cellulare lo comprerei se fosse di cioccolata così quando non hai più voglia di usarlo te lo mangi...
a quelli che mi rispondono che esistono lati positivi nell'uso dei cellulari, polemicamente replico che per me i lati negativi pesano di più. Buone passeggiate a tutti per la vosta città...
venerdì 4 gennaio 2008
Un chimico
un corpo fra i tanti a dar fosforo all'aria
per bivacchi di fuochi che dicono fatui
che non lasciano cenere, non sciolgon la brina.
Solo la morte m'ha portato in collina.
Da chimico un giorno avevo il potere
di sposare gli elementi e di farli reagire,
ma gli uomini mai mi riuscì di capire
perché si combinassero attraverso l'amore.
Affidando ad un gioco la gioia e il dolore.
Guardate il sorriso guardate il colore
come giocan sul viso di chi cerca l'amore:
ma lo stesso sorriso lo stesso colore
dove sono sul viso di chi ha avuto l'amore.
Dove sono sul viso di chi ha avuto l'amore.
È strano andarsene senza soffrire,
senza un voto di donna da dover ricordare.
Ma è forse diverso il vostro morire
voi che uscite all'amore che cedete all'aprile.
Cosa c'è di diverso nel vostro morire.
Primavera non bussa lei entra sicura
come il fumo lei penetra in ogni fessura
ha le labbra di carne i capelli di grano
che paura, che voglia che ti prenda per mano.
Che paura, che voglia che ti porti lontano.
Ma guardate l'idrogeno tacere nel mare
guardate l'ossigeno al suo fianco dormire:
soltanto una legge che io riesco a capire
ha potuto sposarli senza farli scoppiare.
Soltanto la legge che io riesco a capire.
Fui chimico e, no, non mi volli sposare.
Non sapevo con chi e chi avrei generato:
Son morto in un esperimento sbagliato
proprio come gli idioti che muoion d'amore.
E qualcuno dirà che c'è un modo migliore.